Prodotti per l’igiene femminile: sono sicuri per la nostra salute?

I prodotti per l’igiene femminile, una categoria di necessità quotidiana, possono essere una fonte di esposizione a plastificanti e agenti antimicrobici nelle donne.

Abbiamo trovato diversi studi che lo dimostrano, in particolare 3, tutti pubblicati nel 2020, quindi recentissimi.

Prima di approfondire gli studi è bene capire cosa sono le sostanze citate in essi, ovvero ftalati,  bisfenoli, parabeni e triclocarban.

Gli ftalati sono esteri dell’acido ftalico, sostanze chimiche derivate dal petrolio utilizzate nell’industria della plastica per migliorarne la flessibilità e la modellabilità.

Sono sostanze in genere poco solubili in acqua, molto solubili invece negli oli e poco volatili. In genere si presentano come liquidi incolori. Sono anche usati per rendere la plastica più pieghevole e morbida. Nel 1999 è stata bandita la produzione di prodotti con una concentrazione maggiore dello 0,1% di ftalati. (Wikipedia).

I bisfenoli sono invece dei composti organici che interferiscono con il sistema endocrino indebolendone l’attività. L’esposizione a tale sostanza può avvenire in modo accidentale per ingestione attraverso il cibo perché contenuta negli involucri/contenitori di plastica  utilizzati per incartare/conservare gli alimenti.

I parabeni sono una classe di composti organici utilizzati per lo più nell’industria cosmetica, farmaceutica ed alimentare in prodotti sia per uso topico che parenterale. Sono conservanti. In Europa sono classificati come potenziali interferenti endocrini, e ne è stata limitata la concentrazione. La Food and Drug Amministration americana ha posto il limite di concentrazione consentita a <0,1%. Controverso in tutto il mondo è il loro utilizzo, ma in quasi tutti i paesi ne è consentito l’uso. Il Comitato Scientifico dei Consumatori Europeo (SCCS) ha regolamentato l’uso dei parabeni classificandoli.

4-HYDROXYBENZOIC ACID, METHYLPARABEN, POTASSIUM ETHYLPARABEN, POTASSIUM PARABEN, SODIUM METHYLPARABEN, SODIUM ETHYLPARABEN, ETHYLPARABEN, SODIUM PARABEN, POTASSIUM METHYLPARABEN, CALCIUM PARABEN massima concentrazione di ogni singola sostanza 0,4%
BUTYLPARABEN, PROPYLPARABEN, SODIUM PROPYLPARABEN, SODIUM BUTYLPARABEN, POTASSIUM BUTYLPARABEN, POTASSIUM PROPYLPARABEN, massima concentrazione di ogni singola sostanza o della loro somma 0,14%
La somma delle concentrazioni di tutti i parabeni contenuti nel cosmetico non può superare lo 0,8%.

Il triclocarban è un antimicrobico (efficace soprattutto per i Gram-positivi) che viene solitamente aggiunto a saponi, detergenti con azione antisettica. Viene anche aggiunto  in prodotti di uso comune quali  deodoranti e vari prodotti che limitano la traspirazione.

 

Il PRIMO STUDIO analizzato è stato pubblicato negli Stati Uniti, a New York, dove sono state misurate 24 sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (EDC), comprendenti nove ftalati, sei parabeni, otto bisfenoli e triclocarban (TCC) in sette categorie di prodotti per l’igiene femminile (cioè assorbenti, salvaslip, tamponi, salviette, battericidi creme e soluzioni, spray e polveri deodoranti). In particolare i salvaslip contenevano le concentrazioni più elevate di DMP  (mediana: 249 ng/g), DEP (386 ng/g), DBP (393 ng/g) e DIBP (299 ng/g) e i tamponi contenevano le concentrazioni più elevate di DEHP ( 267 ng/g).

Le dosi di esposizione stimate di ftalati, parabeni e bisfenoli attraverso la via di assorbimento dermico dall’uso di assorbenti, salvaslip e tamponi erano significative.

MeP, EtP e propilparaben (PrP) erano i principali parabeni presenti nei prodotti per l’igiene femminile. Creme e soluzioni battericide contenevano concentrazioni mediane di MeP, EtP e PrP rispettivamente a 2840, 734 e 278 ng/g.

Le dosi di assorbimento dermico dall’uso di prodotti per l’igiene femminile, in diversi scenari di esposizione, erano rispettivamente dello 0,19-27,9% e dello 0,01-6,2% delle dosi di esposizione totale di ftalati e bisfenoli.

Nel SECONDO STUDIO invece sono state misurate le concentrazioni di ftalati in 15 assorbenti per donne acquistati in 6 paesi diversi;  si è  riscontrata una concentrazione totale nell’intervallo di 1733-11942ng/g. In tutti i paesi le concentrazioni medie totali di ftalano erano rispettivamente di 27,3% DBP, 26,7% DEHP e 20,4% DnBP. L’assunzione stimata dagli assorbenti data dall’uso di materiali plastici o cartacei nel processo di fabbricazione rappresenta il il 6,35-23,6, 3,35-9,90 e 1,06-9,57%.

Ovvero, gli assorbenti igienici sono una fonte rilevante di esposizione a queste sostanze chimiche. I rischi cancerogeni in alcuni campioni prelevati superano i livelli accettabili.

Nel TERZO STUDIO sono stati analizzati 120 prodotti (56 per la cura della donna e 64 assorbenti femminili), tutti di origine cinese (Made in China).

Gli ftalati sono stati trovati rispettivamente nell’86% e nel 98% dei prodotti per la cura della donna e degli assorbenti igienici.

E’ stato considerato che la possibile fonte di ftalati sia da imputarsi all’adesivo ed i materiali plastici usati nella parte superiore ed inferiore degli assorbenti stessi.   L’intervallo delle dosi di esposizione giornaliera di ftalati nelle donne dall’uso di prodotti per la cura e assorbenti era rispettivamente <0,001-0,156 μg/kg-peso/giorno e <0,001-0,731 μg/kg-peso/giorno.

Questo studio ha confermato gli assorbenti igienici come fonte di esposizione agli ftalati.

Legenda:

DMP= ftalato di dimetile

DBP= ftalato di isobutil dibutile

DnBP= ftalato di din-butil

DIBP= ftalato di di-iso-butile

DEHP= ftalato bis(2-etilesile)

 

Link per leggere gli studi

Per ulteriori informazioni scriveteci a staff@babymio.it

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